Un pomeriggio alle Marocche di Dro

INFORMAZIONI BASE

Durata: 2 ore e 40 minuti di cammino più le soste per l’osservazione dei punti di interesse.
Difficoltà: medio, per famiglie con bambini. Non ci sono difficoltà tecniche. Ma dato che il percorso è quasi interamente sugli ammassi sassosi comporta un discreto impegno.
Dislivello: 270 mt.
Attrezzatura: consigliati scarponcini alti. Una borraccia d’acqua è indispensabile.
Stagione ideale: tutto l’anno, sconsigliato nei mesi estivi per l’esposizione al sole.
Parcheggi liberi all’inizio del percorso nei pressi del campo di tamburello, a circa 2 km dopo Dro sulla strada per Drena.

ITINERARIO

Giro ad anello delle Marocche

Le Marocche di Dro sono un’ampia e soleggiata distesa di sassi che si trova nel comune di Dro. Di origine post-glaciale, formatasi circa 20.000 anni fa, durante le fasi di ritiro dei ghiacciai. Per effetto dell’allentarsi della spinta sui fianchi delle montagne, sono precipitate sul fondo valle delle grosse frane composte da detriti rocciosi. Il loro aspetto è arido e desolato. La flora consiste solo di licheni e alghe. In alcuni punti sono riusciti a crescere qualche cespuglio e qualche pianta con tronco basso e rami corti. La fauna è ricca di rettili e uccelli.

Per queste caratteristiche tutta la zona è stata quindi definita come zona di particolare interesse naturalistico e quindi protetta dalla Provincia di Trento come raro Biotopo a carattere arido.

Il percorso è “un anello“, che si snoda lungo il territorio occupato dal biotopo. Si può partire ed immettersi in vari punti. Io propongo di partire dal punto segnato con la X gialla sulla mappa (che trovi a fine articolo)  perché ci permette di effettuare la salita più marcata all’inizio, quando le forze non ci mancano!

Dobbiamo sempre seguire i segnali predisposti. Assolutamente non uscire dal sentiero, perché il terreno è molto accidentato, impervio e difficilmente si ritrova il percorso.

Da subito ci sembra di essere in un paesaggio lunare, su altri pianeti.

Lungo il percorso sono indicati 24 punti di particolare interesse, in corrispondenza dei quali è collocata una tabella con una breve frase illustrativa. Sono punti che ci fanno osservare le meraviglie che ci offre la natura. Ad esempio troviamo alcuni sassi “modellati” che recano le tracce del carsismo superficiale.

I pochi alberi presenti sono “Bonsai naturali“. Crescono sulle rocce!

Proseguiamo e troviamo un incrocio che dà la possibilità di fare un percorso più breve.

Noi andiamo a destra verso la Centrale di Fies. Il paesaggio prosegue arido per un bel tratto.

Giungiamo ad una zona boschiva che ci dà un po’ di frescura.

Qui c’è la possibilità di fare una deviazione per vedere le impronte di dinosauro. Ritorniamo quindi all’anello principale. Il sentiero si fa mano mano più ampio e diventa strada forestale. Seguiamo sempre le solite indicazioni che ci portano nelle vicinanze della Centrale di Fies. Facciamo una breve deviazione sul tracciato e ci dirigiamo verso la Centrale, perché merita sicuramente una visita esterna. Ora una parte di essa è diventata centro di produzione di performing art e ideazione di eventi culturali.

Ritorniamo all’anello principale e percorriamo per una decina di minuti la ciclabile. Quindi, seguendo sempre le indicazioni ci inoltriamo verso il bosco.

Ora si prosegue per un tratto su forestale, poi si costeggia una zona di rimboschimento di pino nero, e si ritorna per un tratto sui sassi… sì, il sentiero passa proprio di lì!

Un’ultima salita e … attenzione: non perdete l’uscita dall’anello (non è segnalata), altrimenti vi trovate a ripercorrerlo!Un consiglio: portatevi poi in macchina nel punto segnato dal bollino giallo sulla mappa (sul tratto di strada che porta al Lago di Cavedine). Trovate la “Porta Parco delle Marocche” e un parcheggio con un punto di osservazione magnifico, con pannelli espositivi interessanti per capire la storia e vedere la zona dall’alto.

Ti potrebbe interessare anche proporre un’attività per i bambini per rendere interessante il cammino: scoprire la natura osservando attentamente l’ambiente. Oggi abbiamo trovato:

1. Una fila di processionaria del pino. Si tratta di un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Inoltre, durante lo stadio larvale presenta una peluria che risulta particolarmente urticante per vari animali, compreso l’uomo.

2. Bellissimi e profumatissimi fiori di Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus) nascosti tra i sassi.

3. Il Castello di Drena svettante sulla collina.

…… e voi cosa avete trovato?

 

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