Passeggiata invernale al Lago di Cavedine

INFORMAZIONI BASE

Durata: 2 ore e 10 minuti
Difficoltà: facile, adatto a famiglie con bambini
Dislivello: 87 m.
Attrezzatura: consigliate scarpe da trekking
Stagione ideale: tutto l’anno, sconsigliato in presenza di neve
Non adatto a passeggini
Parcheggi liberi vicino al ponte sul canale Rimone all’inizio del lago di Cavedine

ITINERARIO

Giro del Lago di Cavedine

Anche se è inverno, non essendoci neve, il giro che ho fatto è bellissimo: la brina mattutina rende la vegetazione uno splendore!

Il percorso perciò che vi descrivo, prevede il giro al lago di Cavedine per il tratto occidentale percorrendo il sentiero sul sovrastante promontorio, mentre per il tratto orientale sul lungolago. Una caratteristica dell’itinerario è che il sentiero sul promontorio non è segnato. Inoltre sono presenti migliaia di viottoli che si intrecciano tra loro. Perciò cercherò di spiegare al meglio e in dettaglio il tracciato, ma non preoccupatevi se vi perderete: “Tutte le strade portano a Roma” e prima o poi troverete quello giusto!

Parto dal parcheggio proprio dove il torrente Rimone si getta nel lago di Cavedine. Da qui possiamo subito avere una panoramica del giro al lago: si passa sul ponte, si sale sul promontorio e si ritorna al parcheggio costeggiando il lago.

Attraverso perciò il ponte sul canale e imbocco la ciclopedonale che trovo alla mia sinistra proprio alla fine del ponte.

Il sole non è ancora sorto e il lago si mostra avvolto nel silenzio mattutino.

Seguo sempre la ciclabile attraversando altri due ponticelli che si presentano ghiacciati nella veste invernale.

Nell’ultimo tratto che percorro di ciclabile, mi gusto il monte Brento nella sua maestosità.

Ora facciamo attenzione; dobbiamo imboccare il secondo sentiero sterrato partendo dalla nostra sinistra e così fatto mi inoltro nel bosco.

Seguo questa strada forestale fino a raggiungere, in leggera discesa, un edificio rurale. Scendo i due piccoli tornanti e il sentiero si fa più stretto.

Essendo vicini all’area della Riserva Naturale delle Marocche di Dro, possiamo già notare la presenza di massi franati dal Monte Brento.

Il sentiero si apre e fa posto ad una piccola prateria. La brina ha reso la vegetazione bellissima.

Circa 100 metri più avanti, trovo un incrocio più marcato. Imbocco il sentiero alla mia sinistra. Dopo circa 200 metri prendo il sentiero che devia a destra e che sale in quota verso la parte alta del promontorio. Lo seguo intuendo quale sentiero prendere ad ogni deviazione, cercando di seguire sempre idealmente il lago in parallelo.

Incrocio il percorso “anello Garda Sarca”, un percorso facile ma abbastanza lungo per mountain-bike, che va dal Lago di Garda fino a Pietramurata. Lo seguo in discesa, fino ad arrivare all’ Opera di Presa della Centrale Idroelettrica di Fies.

Questa località si chiama Laghisol. Il braccio di lago dove è presente l’Opera di Presa, fino al 1907 era un lago autonomo, poi unito al lago di Cavedine, scavando la lingua di terra che li separava. Pannelli appositi ne illustrano la storia.

Infine arrivo alla strada asfaltata che percorro per un tratto verso sinistra fino ad arrivare al sentiero che costeggia il lago.

Da qui, possiamo vedere chiaramente come si sono formate le Marocche di Dro. Le Marocche sono un’enorme distesa di massi franati dal soprastante Monte Brento. Questo disordinato accumulo di massi ha generato uno sbarramento formando il lago di Cavedine.

Proseguo costeggiando il lago. Un chilometro prima del parcheggio, trovo il Surf center Windvalley, una scuola di windsurf, vela e kayak.

Ultimo sguardo al lago con panoramica in lontananza del gruppo del Brenta innevato.

 

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